Giovanni Taulero

 

Figlio di un senatore di Strasburgo, entrò giovanissimo nel convento domenicano della sua città natale. Dopo aver completato il regolare corso di studi della durata di circa sette-otto anni, fu avviato alla cura delle anime e, in particolare, alla pastorale delle religiose (cura monialium). Dopo la seduta parlamentare (Reichstag) di Francoforte del 1338, durante la quale Ludovico di Baviera aveva imposto, sfidando l’interdetto papale, la regolare celebrazione del culto religioso a Strasburgo, i Domenicani dovettero lasciare il convento e si rifugiarono in esilio presso i Domenicani di Basilea. Qui egli collaborò con il sacerdote secolare Enrico di Nördlingen alla riforma interna di religiosi, beghine e laici di ogni condizione. Più volte – lo testimoniano le lettere di Enrico di Nördlingen – Taulero si recò a Colonia (nel 1339, nel 1343, nel 1346 e forse anche tra il 1355 e il 1356), probabilmente allo scopo di procurare per il circolo degli “Amici di Dio” copie di testi di argomento teologico-mistico, come l’Horologium sapientiae di Suso e altri. Durante gli anni trascorsi a Basilea, in particolare tra il 1348 e il 1342, collaborò alla traduzione dell’opera di Matilde di Magdeburgo intitolata Das fließende Licht der Gottheit (La luce fluente della divinità). Nell’inverno tra il 1342 e il 1343 quasi tutti i frati Domenicani fecero ritorno a Strasburgo, riuscendo così a portare a termine, tra il 1344 e il 1345, i lavori di ampliamento del convento, iniziati nel 1307. Nel 1351 la fama di predicatore di Taulero aveva raggiunto un livello tale che Christine Ebner, che viveva lontana dal mondo nel convento domenicano di Engelthal presso Norimberga, ne diede la conferma in una delle sue visioni. Con la sua attività predicatoria Taulero riuscì addirittura a ottenere la conversione del banchiere di Strasburgo Rulman Merswin, che divenne uno tra i principali sostenitori del movimento degli “Amici di Dio”. Nel convento di suore domenicane di Santa Gertrude presso il Mercato Nuovo di Colonia veniva intanto avviata la raccolta scritta dei sermoni di Taulero. (Codex di Engelberg n. 124, datato 1359). La data di morte di Taulero (16 giugno 1361) è incisa sulla lastra tombale conservata ancora nell’antico chiostro del convento domenicano di Strasburgo.
Taulero non espresse mai i suoi insegnamenti in forma sistemica. I suoi sermoni – dei quali circa 80 sono oggi considerati autentici – prendendo solitamente spunto da un passo biblico e illustrano la via mistica che conduce all’unità dell’uomo con Dio. A tale scopo Taulero si serve di frequente del cosiddetto “schema delle tre vie” (via purgativa, via illuminativa e via unitiva), oppure della triade costituita da “giubilo”, “angustia e lotta” e “accesso all’unità con Dio”. Taulero è fondamentalmente un predicatore con un tema centrale, quello del risveglio interiore, della scoperta della propria interiorità come possibile del divino. Ne sono testimonianza la sua concezione specifica dell’uomo (uomo interiore e uomo esteriore; uomo sensibile-animale, uomo ragionevole, uomo spirituale); la sua idea del processo interiore necessario per conoscere se stessi, i cui risultati sono la conversione e l’introspezione; la sua attenzione ai temi dell’umiltà, della povertà di spirito e dell’abbandono di sé alla volontà di Dio. Del tutto personale è la sua speculazione sull’“abisso”, come pure la sua idea del Gemüt: il “luogo”, ovvero la predisposizione d’animo che rende l’uomo capace di proiettarsi verso Dio e di incontrarlo.
 
Dizionario enciclopedico del medioevo, edizione it. a cura di Claudio Leonardi, Città Nuova, Roma, 1999, pag. 1876-1877.