Piero Boitani

“Il ‘libro di contemplazione’ si presenta fin dal titolo come ‘nube della non conoscenza, nella quale l’anima è unita a Dio’. Ora, nel corso dei settantacinque capitoli questa unione viene – appropriatamente – trattata in maniera del tutto apofatica, e cioè non solo non viene mai descritta, ma è continuamente rimandata, aggirata, spostata. In modo assolutamente catafatico, quasi fosse per via positiva, vengono invece affrontate nella Nube le argomentazioni ‘correnti’ come la descrizione dei sette peccati capitali, l’analisi dell’umiltà e della carità, le distinzioni fra vita attiva e contemplativa e le loro parti; oppure tutti gli elementi negativi, gli ostacoli sul sentiero della perfetta contemplazione. […] La realtà è che la struttura intima della Nube assomiglia a quella di una nebula: è una spirale che rivolve attorno al proprio centro, la nube della non conoscenza. L’opera si apre con la dichiarazione che esistono quattro gradi o forme di vita cristiana – comune, speciale, solitaria e perfetta. Il giovane novizio della contemplazione cui la Nube è destinata si trova ormai al terzo grado, e il trattatello gli servirà per affrontare le difficoltà e i misteri del quarto, quello appunto dell’attività contemplativa perfetta. Per fare questo egli dovrà in primo luogo trovare l’oscurità e la nube della non conoscenza, e sentire in sé la tensione nuda verso Dio”.
 
Piero Boitani, Nota, in “La nube della non conoscenza”, Adelphi, Milano, 1998, pag. 140-141.