Richard Rolle

 

Considerato il padre della scuola mistica inglese del XIV secolo Riccardo nacque verso il 1300 a Thornton Dale (Yorkshire). Dopo aver compiuto gli studi a Oxford, ritornò in famiglia che poi abbandonò per vestire il saio. Eremita, dopo varie peregrinazioni si stabilì in Hampole, onde è conosciuto anche come Riccardo di Hampole. Verso la fine della sua vita, fu padre spirituale di una religiosa reclusa, Margaret di Kirby, e delle suore di una piccola comunità cistercense.  Venerato come santo dopo la morte, fu molto popolare fino alla Riforma, e la sua fama varcò la Manica: le sue opere furono copiate dagli amanuensi in diversi Paesi d’Europa.
Autore prolifico, ha lasciato numerosi testi in prosa – trattati, commentari spirituali, lettere -, scritti in latino – Melos amoris, Job, Canticum, Latin Psalter, Incendium amoris, Emendatio vitae – o in inglese – English Psalter, Meditations on the Passion, The Commandment, The Formo f Living -, come pure poemi lirici di notevole pregio letterario.
Un evento particolare diede inizio al suo cammino mistico: mentre pregava in una cappella, fu avvolto da un fuoco d’amore divino, fisico e spirituale, ardente e dolce al tempo stesso. Un anno dopo, nello stesso luogo, udì una “melodia celeste” senza fine. Da allora tutta la sua opera si incentrò su una triplice esperienza – canor (fuoco), cantor (canto), dulcor (soavità dello Spirito Santo) – che rende questo mistico occidentale (Mistica) molto vicino ad alcuni dell’Oriente bizantino. Il suo modo di pregare lo fa simile agli esicasti (Esicasmo) della tradizione orientale. Riccardo invita a ripetere il Nome di Gesù giorno e notte. “Pensa a Gesù continuamente. Attaccati fermamente a questo Nome. Ti purifica dai tuoi peccati. Incendia il tuo cuore. Caccia il demonio. Apre il cielo. Fa di te un contemplativo” (The Form of Living). Sia che si legga, scriva, lavori, beva o mangi, questo Nome è per ogni uomo “canto di giubilo nello spirito, musica celeste per l’orecchio, dolcezza di miele per la bocca” (Of the Virtue of the Name of Jesus). Egli è Colui che fa passare dalla necessaria via purgativa alla via illuminativa, e poi a quella unitiva.
Riccardo diffidava di qualsiasi intellettualismo teologico. “Coloro che amano l’eternità ricevono l’insegnamento di un Dottore interiore e parlano più eloquentemente di coloro che ricevono soltanto l’insegnamento degli uomini”(Incendium amoris, II, 3). Inserendosi nella linea mistica di san Bernardo, egli conta continuamente l’Amato, qualsiasi tematica stia svolgendo. “Tutta la notte l’usignolo dispiega le sue arie melodiose per piacere a colei che ha prescelto. Quanto più dovrei cantare io, e con quanta maggior dolcezza, per Cristo, il mio Gesù, lo sposso dell’anima mia; cantare per tutta la vita di quaggiù – che è come una notte prima di morir d’amore” (Incendium amoris, II, 12). Andando oltre i fenomeni fisiologici e psicologici della sua esperienza, Riccardo invita ogni uomo a un’ascesi d’amore basato sullo sguardo fissato senza fine su Cristo. Chi guarda il Sole sarà a poco trasportato “verso la sommità: la carità del Creatore esaudirà il suo richiamo” (Melos amoris, cap. 36).
 
Dizionario enciclopedico del medioevo, edizione it. a cura di Claudio Leonardi, Città Nuova, Roma, 1999, pag. 1640-1641.