Walter Hilton

 

Walter Hilton nacque in Inghilterra nella parte settentrionale della diocesi di Lincoln: era dunque un uomo del nord, come l’arcivescovo di York, John Thoresby, originario dello stesso distretto, o come Richard Rolle, uno dei suoi modelli spirituali. Iniziò studiando Diritto canonico a Cambridge e forse cominciò a praticare il diritto proprio nella casa di Thomas Arundel, allora vescovo di Ely, ma presto arcivescovo di York. Probabilmente iniziò a scrivere a Cambridge sotto la duplice influenza dei Francescani e di William Flete: il De imagine peccati per religiose e suore di clausura, e la traduzione di un testo ispirato al francescano aragonese Lluis de Font (Tretes of VIII chaptitres necessarye for men…) che risalgono a quel periodo. Adattò e tradusse lo Stimulus Amoris di Giacomo da Milano, poi fece una traduzione del De Remediis contra temptacionem di William Flete. Quando lasciò Cambridge verso il 1384 divenne eremita. Tuttavia finì col rientrare nell’ordine e divenne un canonico agostiniano al priorato di Thurgaton dove rimase fino alla morte, nel 1396, scrivendo una serie di opere tra cui la più celebre è The Scale of Perfection (45 manoscritti; l’opera venne stampata nel 1494).
Grazie a due persone che vivevano in clausura, Margaret Pensax – che ricevette nel 1399 una pensione da Enrico IV e risiedette in una cella a Londra (Bishop’s Gate) fino al 1415, lasciando in eredità il proprio manoscritto a Syon – e il confessore reale Thomas Fishbourne – che era anche il confessore delle Brigidine di Syon – l’opera di Walter Hilton venne conosciuta alla corte dei Lancaster, proprio come l’Epistle on Mixed Life (media vita); nella sua vita Walter Hilton fu una guida spirituale ricercata in tutto lo Yorkshire, annoverando tra i propri lettori numerose grandi dame come Bianca di Lancaster, Cecily Neville, Lady Eleanor Roos, ma anche un gentiluomo dello Yorkshire, Sir Thomas Cumbeworth, e un mercante di spezie di Londra, John Killum; la sua opera raggiungeva dunque un pubblico vastissimo.
            Tra le altre sue opere vale la pena segnalare l’Epistola aurea de origine religionis, indirizzata verso il 1385 al barone dello Scacchiere, Adam Horsley, quando prese l’abito di certosino a Beauvale; le Expositions su Qui habitat e su Bonum est; De adoratione imagum in difesa della venerazione delle immagini; De habenda consolatione in tentatione spirituali; A Devoute Treayse of the Song on Aungels; non è invece l’autore di The Cloud of Unknowing che è stato spesso attribuito a lui. Come gli altri mistici inglesi di quell’epoca, Walter Hilton fu estremamente anti-intellettuale e appassionatamente attaccata all’esempio di Cristo, al quale si riferiva incessantemente; infine, il latino era per lui un mezzo di comunicazione meno importante dell’inglese vernacolare.
 
Dizionario enciclopedico del medioevo, edizione it. a cura di Claudio Leonardi, Città Nuova, Roma, 1999, pag. 910-911.