Giuliana di
Norwich
Reclusa, mistica e visionaria inglese. Fin da giovane desiderò rivivere la passione di Cristo, soffrendo le pene che ne annunciavano la morte e ricevendo tre ferite: contrizione, compassione e sete di Dio. A trent’anni la sua preghiera venne esaudita: durante una grave malattia ebbe sedici visioni di Gesù crocifisso. Fecce conoscere la sua esperienza attraverso due scritti: uno, breve, che risale all’evento iniziale da lei vissuto (Londra, British Museum, manoscritto Amherst); l’altro, lungo, che include le riflessioni successive della veggente (Parigi, BNF, ms 40; Londra, British Museum, Sloane, ms 2499; Sloane ms 3705).
Le Rivelazioni manifestano un’originale teologia e pedagogia della visione e dello sguardo. Secondo Giuliana di Norwich l’uomo peccatore è un cieco che deve imparare a vedere Dio in tutti e in ogni cosa, risvegliando in sé lo sguardo d’amore della fede. In molti modi ella cerca di far scoprire al lettore le infinite presenze del Dio uno e trino nella dinamica della vita trinitaria, nella creazione e nelle creature, nella storia della salvezza: “Dio è il centro di tutto, e fa tutto” (cap. 11). Angosciata dal peccato, dai problemi della sofferenza e dell’inferno, fu assicurata da Dio circa la trasfigurazione finale universale: ogni uomo è inserito nel Cristo della gloria; nel profondo dell’uomo c’è una presenza fondamentale, Dio stesso, unito alla sua creatura, che opera sempre per ricondurla alla sua origine divina; “il potere di Satana è racchiuso nella mano di Dio” (cap. 13); il giudizio della Chiesa fa parte dell’amore di Dio, continuamente ricreatore. Gesù–Madre alla fine farà nascere un bel bambino; l’amore divino farà mutare ogni cosa in bene: “All shall be well”.
Giuliana di Norwich è, di conseguenza, una mistica della gioia divina. L’esercizio dello sguardo d’amore della fede la fa esultare, giacché ella vede Dio dappertutto. “Egli crea. Egli ama. Egli guarda”; “Egli è per noi tutti ciò che è buono e riconfortante. Egli è il nostro abito d’amore. Ci rinchiude in sé. Ci riveste di sé. Ci avvolge di tenero amore. Non ci lascia mai” (cap. 5). Vivendo in un’epoca di grandi tribolazioni (Guerra dei cento anni, grande scisma, peste nera, sconfitta militare inglese, rivolte rurali, eresia di Wycliffe), Giuliana di Norwich concentra la sua anima sull’unione con Dio l’Onnipresente, che dà luce, forza, pace, grazia dello Spirito, consentendo a chiunque di attraversare vantaggiosamente i tempi difficili.
Dizionario enciclopedico del medioevo, edizione it. a cura di Claudio Leonardi, Città Nuova, Roma, 1999, pag. 847-848.