Carlo Collodi 

Carlo Lorenzini, da tutti conosciuto come Collodi, nasce a Firenze nel 1826 da una famiglia di origini molto umili. Malgrado il carattere vivace, inquieto e propenso all'insubordinazione, Carlo viene avviato agli studi ecclesiastici presso il Seminario di Val d'Elsa e poi dai Padri Scolopi di Firenze, a spese della famiglia Ginori presso la quale i genitori prestavano servizio. Nel 1843 inizia a lavorare come commesso nella libreria Piatti a Firenze, dove matura la passione per la lettura e il giornalismo. Comincia a scrivere per la “Rivista di Firenze”, della quale poi diventa redattore. Tornato a casa in seguito all’arruolamento come volontario durante la Prima Guerra d’Indipendenza e stimolato dalle esperienze come giornalista, comincia a scrivere intensamente, esercitando la sua capacità di dar vita, per mezzo della sua poetica, alle novità della vita contemporanea. Ne sono testimonianze i suoi primi romanzi "Un romanzo in vapore" e "Da Firenze a Livorno", pubblicati intorno al 1856 e in cui l'autore fu tra i primi a evidenziare la novità tecnologica apportata della ferrovia. Di ingegno versatile, creativo, spiritoso, Lorenzini fonda "Il Lampione", rivista satirica chiusa dalla censura dopo pochi mesi. Fonda un altro giornale "Scaramuccia" (che si occupa soprattutto di critica teatrale) e collabora con altri periodici fra cui il "Fanfulla", oltre a far parte della redazione di un dizionario: il “Novo vocabolario della lingua italiana secondo l’uso di Firenze”. Ma la sua vera strada la trova quando, già avanti con gli anni, si dedica alla letteratura per l'infanzia, attività per la quale si firma con lo pseudonimo “Collodi”, in omaggio al paese toscano d’origine della madre. Inizia pertanto con la traduzione dei racconti delle fate di Perrault, per poi lavorare a vari libri pedagogici per la scuola, dove affronta il delicato problema della dispersione scolastica, in relazione alla legge sull'estensione a tutti dell'obbligo scolastico (legge Coppino del 1877). Dopo "Giannettino" (1876) e "Minuzzolo" (1878) scrive il suo capolavoro, apparso prima a puntate sul "Giornale dei bambini" nel 1881 con il titolo "La storia di un burattino". L'enorme successo riscosso tra i piccoli lettori, spinge l’autore a proseguire il racconto e scrivere altre storie, raccolte in volume dall’editore Felice Paggi di Firenze e pubblicate col nuovo titolo nel febbraio del 1883. Qualche anno dopo la sua apparizione in volume, "Le avventure di Pinocchio" diventano un classico che oltrepassa i confini della mera letteratura per l'infanzia. L'opera è stata pubblicata in 187 edizioni e tradotta in 260 lingue o dialetti.

Prima di aver goduto del meritato successo, Carlo Collodi muore, improvvisamente, il 26 ottobre 1890 a Firenze. Le sue carte, donate dalla famiglia, sono conservate nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.