La nube della non conoscenza
marzo 2015
prof. Pier Angelo Carozzi |
Date degli incontri:
Mercoledì 4 marzo 2015 dalle 16 alle 18
Mercoledì 11 marzo 2015 dalle 16 alle 18
Mercoledì 18 marzo 2015 dalle 16 alle 18
Mercoledì 25 marzo 2015 dalle 16 alle 18 scorrere in basso per continuare |
The cloud of unknowing ("La nube della non conoscenza") è uno dei trattati spirituali più belli e profondi della letteratura inglese medievale. Scritto da un anonimo autore nel tardo Trecento, questo testo influenzò profondamente la mistica europea attraverso le traduzioni latine prodotte in ambito certosino tra il 1450 e il 1500. A questo testo molto devono, per esempio, la grande mistica spagnola del Cinquecento e la mistica francese del Seicento (ancora nel 1629 il benedettino Augustine Baker scriveva un commentario della Nube).
|
Dell'autore della Nube della non conoscenza non si conosce quasi nulla. Di lui si può solo ipotizzare che sia un eremita o un monaco, formato nella tradizione patristica e scolastica e sugli ultimi sviluppi della spiritualità e della mistica europea del tempo (Eckhart e la mistica renana).
Di fianco riportiamo le ipotesi del profilo dell'autore della Nube proposte da due noti studiosi. |
Come spiega Boitani nella sua Nota al testo "l'autore [della Nube] non è, naturalmente un fenomeno isolato nell'Inghilterra e nell'Europa del Trecento". La tendenza mistica, infatti, è presente in molti ambiti della cultura del XIV secolo, anche in quello laico e letterario che si apre con il grande viaggio di Dante e la visione beatifica del "nodo" divino. "L'intera Europa occidentale è percorsa nel Trecento da una forte corrente mistica che produce fenomeni letterari di prima grandezza: dall'Italia di Angela da Foligno e Caterina da Siena, alla Germania di Eckhart, Taulero, Suso e Christina Ebner, alle Fiandre di Ruysbroeck, alla Francia di Marguerite Porrete e Jehan Gerson, alla Svezia di Brigida, alla Spagna e alla Catalogna di Ferrer, Lullo e Antoni Canals (e alcune delle loro opere, in particolare quelle dei mistici renani, sono tradotte e circolano in Inghilterra nel corso del XIV secolo). Sul suolo britannico, infine, l'autore della Nube e dei trattati a essa legati cresce e fiorisce in mezzo ad abbondante vegetazione, preceduto com'è da Richard Rolle e seguito da Walter Hilton, Giuliana di Norwich e, nel secolo successivo, Margery Kempe".
Nelle pagine a destra diamo qualche ragguaglio sugli autori e le correnti mistiche che hanno influito, o sono state influenzate, dall'autore delle Nube, concentrandoci sopratutto sui movimenti e sulle figure più rappresentative del tempo.
Come abbiamo già osservato in precedenza, l’ignoto autore della Nube è profondamente influenzato dalle riflessioni dei Vittorini, e in particolare da Riccardo di San Vittore, del quale cita più volte passi tratti dal Beniamino maggiore. Riguardo a questi autori, attivi nel XII secolo come priori e teologi all’Abbazia di San Vittore presso Parigi, riportiamo un brano di Marco Vannini tratto dalla Storia della mistica occidentale che mette bene in luce il significato di queste due figure per la storia della mistica:
“Dopo il lungo relativo silenzio dell’Alto Medioevo, nel XII secolo si assiste a un’impetuosa ripresa del tema mistico. Con i maestri Ugo e Riccardo di San Vittore viene ripreso per lo più uno schema gradualistico di tipo agostiniano, per delineare l’ascesa dell’anima a Dio. Ugo parla per esempio di ‘tre occhi’ dell’anima: uno per vedere il mondo esterno (l’occhio della carne); uno per vedere se stessa e le cose che non sono in se stessa (l’occhio della ragione); infine un occhio per vedere Dio all’interno di se stessa e le cose che sono in Dio (l’occhio della contemplazione). Anche il terzo occhio non appare però come qualcosa di soprarazionale o soprannaturale, ma come qualcosa che appartiene di diritto allo spirito umano, secondo un modo di pensare ancora agostiniano. E agostiniana è pure la concezione per cui autoconoscenza dello spirito e conoscenza interiore sono tanto connesse l’una all’altra, che la conoscenza interiore di Dio appartiene all’essenza stessa dello spirito, alla sola condizione che questo realizzi, proprio conoscendosi pienamente come spirito, la sua vera essenza.
Già in Riccardo però, pur proseguendo lo schema gradualistico della continuità dell’ascesa, la conoscenza mistica appare chiaramente come mentis excessus (‘estasi dello spirito’), abalienatio (‘separazione’), raptus (’rapimento’), ossia come un modo di conoscenza che non è possibile esprimere a parole, né comprendere concettualmente. Tuttavia Riccardo non vede in questa forma di conoscenza qualcosa di per sé diverso da ciò che opera anche nella conoscenza razionale. Il pieno compimento della conoscenza mistica si raggiunge con l’amore, ma ciò avviene non perché l’amore sia un’altra via per arrivare a Dio diversa dalla conoscenza, bensì solo perché la perfetta conoscenza si trasforma spontaneamente in amore per Dio elevando l’anima a Lui. Citando opportunamente Agostino, Riccardo afferma infatti che «l’amore veemente non può non vedere colui che ama, perché l’amore è un occhio, e amare è vedere. Dio, infatti, è visto da chiunque lo ama, in un certo modo da uno, in un altro modo da un altro, secondo la varietà dei gradi di affetto con i quali sono trasportati in Lui»".
Riccardo è importante anche perché, con un gusto sistematico che già preannuncia l’incipiente Scolastica, aggiunge alla tripartizione delle sfere di conoscenza che abbiamo già visto in Ugo una parallela tripartizione delle facoltà corrispondenti, tripartizione che avrà grande fortuna, anche oltre il, Medioevo: imaginatio, ratio, intellectus”.
Marco Vannini, Storia della mistica occidentale, Mondadori, Milano, 1999, pag. 149. |
Il titolo La nube della non conoscenza è ripreso dalla Teologia Mistica di Dionigi Areopagita ma, come precisa Marco Vannini, “la Nube si dimostra influenzata soprattutto dalla più recente spiritualità di stampo eckhartiano, che ha recepito con intelligenza e con sano equilibrio”. Meister Eckhart è il principale rappresentante di un movimento mistico cristiano, nato in ambito domenicano, che si diffuse nell’area renana tra XIII e XIV secolo. Tale corrente mistica si fonda essenzialmente sull’integrazione del divino con quello che Eckhart chiama il “fondo” dell’anima. La virtù suprema che dispone l’anima a tale evento è quella del “distacco” che, liberando il pensiero da ogni contenuto, permette a Dio di nascere nell’anima del fedele. Il magistero di Echhart ebbe una vasta influenza, diffondendosi subito nell’area renana e fiamminga per raggiungere, da quì, l’Inghilterra dell’ignoto autore della Nube. Continuatori dell’opera di Eckhart furono Enrico Suso e Taulero. Di fianco riportiamo alcune informazioni sui tre principali rappresentati di questa corrente mistica e religiosa.
|
Anche nell’Inghilterra del XIV e XV secolo si assiste, come nel Continente, ad un fiorire di letteratura ascetica e mistica. Particolarmente importante è la vicinanza geografica e linguistica con i Paesi Bassi: l’intensità di rapporti tra le due aree fece si che in Inghilterra si diffondesse la mistica renano-fiamminga. Tuttavia, l’influenza renano-fiamminga non è l’unica. Come scrive Giovanna della Croce nel suo lavoro dedicato ai Mistici del Nord: “Nonostante il loro carattere omogeneo, nelle opere spirituali inglesi dei secoli XIV-XV si riscontra una continuazione della tradizione agostiniana e neoplatonica, anche se la dipendenza diretta non appare chiara in tutti gli autori”. L’eredità della tradizione agostiniana, spinge la mistica inglese a porre l’accento soprattutto sull’aspetto sentimentale dell’esperienza mistica: “Siamo di fronte a scritti che si appellano ai grandi temi della teologia negativa, in cui Dio continua a venir concepito come il completamento Altro dell’uomo, ma che tuttavia, nella sua alterità, è colui che chiama l’uomo a sé e alla perfetta comunione con lui. Ma la strada per giungere fino a Dio non è più quella della speculazione metafisica. Nel misticismo inglese si riscontra un impegno appassionato, e in qualche modo anche riuscito, a incentrare tutta la vita spirituale nell’amore. Non la conoscenza ma l’amore fa da guida attraverso le ‘notti oscure’ che preparano le ‘nozze spirituali’ con Dio, amato al di sopra di ogni cosa. Tale impegno ha portato con sé uno spostamento d’accento verso una nuova dottrina spirituale, più pratica, con la nota distintiva dell’invito alla imitatio”.
Accanto all’ignoto autore della Nube, tre sono i principali rappresentati del misticismo inglese del XIV secolo: Richard Rolle, Walter Hilton e la mistica e visionaria Giuliana di Norwich. Di seguito riportiamo le principali informazioni di ognuno dei tre mistici.
|
"Ecco, io sto per venire verso te
in una densa nube"
Esodo, 19, 9
![]() Marco Vannini Fai clic sull'icona sottostante per approfondire |
![]() Stephen Gersh Fai clic sull'icona sottostante per approfondire |
A circa trent'anni dalla sua prima edizione, si offre in traduzione italiana il volume di Stephen Gersh From Iamblichus to Eriugena: An Investigation of the Prehistory and Evolution of the Pseudo-Dionysian Tradition (1978). Il passaggio dal neoplatonismo pagano al neoplatonismo cristiano deve molto ai contributi concettuali di Giamblico e all'opera, cinque secoli dopo, di Eriugena. Questi raccolse, nel mondo latino e con categorie cristiane, l’intera eredità della riflessione degli ultimi pagani greci, attraverso la mediazione degli scritti dello Pseudo-Dionigi che rappresentano lo snodo teorico essenziale di questo lungo itinerario di transizione di idee dal mondo pagano a quello cristiano (come spiega il sottotitolo di questo libro). Da Giamblico a Eriugena ricostruisce i tratti caratteristici di questo percorso, individuando gli elementi che hanno determinato il cambiamento secondo una prospettiva diacronica. La Prefazione dell'Autore all'edizione italiana, una lunga Introduzione dei curatori e un Supplemento bibliografico aggiornato colmano la distanza critica dalla prima edizione, la cui importanza nel panorama degli studi sul neoplatonismo appare oggi pienamente confermata.
Stephen Gersh è attualmente professore di Medieval Studies al Medieval Institute della prestigiosa Università di Notre Dame (Indiana USA). In precedenza ha insegnato al Magdalene College di Cambridge e ha tenuto nel 2000 la cattedra «Solomon Katz» all’Università di Seattle. Considerato uno dei massimi specialisti della tradizione neoplatonica dall’Antichità al Medioevo, si interessa anche di letteratura e musica medievale. Oltre al volume che qui si presenta in traduzione italiana, è autore tra l’altro di Kinesis Akinetos. A Study of Spiritual Motion in the Philosophy of Proclus, E.J. Brill, Leiden 1973; Middle Platonism and Neoplatonism. The Latin Tradition, 2 voll., University of Notre Dame Press, Notre Dame 1986; Concord in Discourse. Harmonics and Semiotics in Late Classical and Early Medieval Platonism, Mouton-de Gruyter, Berlin 1996; Plato in the Middle Ages. A Doxographical Approach, de Gruyter, Berlin 2002 (insieme a Maarten J.F.M. Hoenen).
Prenota il libro
![]() Meister Eckhart e la mistica renana Jaca Book, Milano, 1998 |
![]() a cura di M.-A. Vannier Jaca Book, Milano, 2013 |
![]() Sermoni tedeschi Edizioni Paoline, Milano, 2013 |
Al culmine del medioevo, mentre Dante scrive la Divina Commedia, Eckhart (1260-1328) porta a compimento quella sintesi tra filosofia greca ed esperienza evangelica che costituisce forse l'espressione più alta della spiritualità cristiana: non a caso i contemporanei avvertirono il domenicano tedesco come Meister, «maestro», per eccellenza — e ciò non solo per il suo magistero universitario, ma anche e soprattutto per la sua predicazione in volgare.
Infatti proprio in questi Sermoni, con i quali ha inizio la lingua letteraria tedesca, è contenuto l'essenziale del suo insegnamento in cui, alla radicalità del distacco, che conduce alla generazione del Logos nell'anima — ovvero a vivere la vita divina in perfetta unione spirituale con Dio, «uno nell'Uno» —, fanno riscontro quella semplicità e naturalezza espressiva che lo rendono comprensibile a tutti, dotti chierici e semplici fedeli.
Non meraviglia perciò che la profondità speculativa di questi Sermoni abbia nutrito, più o meno direttamente, tutta la successiva storia della mistica: da quella tedesca di Taulero e Suso, che ebbero la fortuna di ascoltarli, a quella spagnola del Cinquecento, fino ai grandi spirituali francesi del Seicento. Ma si comprende anche come essi abbiano innervato la riflessione contemporanea, da Hegel e Schopenhauer fino a Heidegger, tanto che oggi il maestro domenicano si presenta come interlocutore privilegiato nel dialogo tra religione e filosofia, come pure in quello tra il cristianesimo e le religioni dell'Oriente.
Prenota il libro
![]() I sermoni Edizioni Paoline, Milano, 1997 |
![]() Libretto dell’eterna sapienza Edizioni Paoline, Milano, 1992 |
Enrico Suso fu uno dei più affascinanti mistici del secolo XIV, un’epoca di singolare ricchezza per il misticismo tedesco. L’opera che qui si presenta in una nuova traduzione è stato il testo di meditazione più popolare della sua epoca, un testo che superò per diffusione anche l’Imitazione di Cristo.
Una popolarità che non si spiega certo con l’originalità del contenuto – la passione di Cristo e le regole ascetiche fondamentali – ma con la qualità letteraria e l’immediatezza con cui è presentato l’insegnamento tradizionale. Suso desidera che il lettore riviva e sperimenti con la sua stessa intensità la passione di Cristo e della Vergine. Per questo si serve di uno stile rubato alla letteratura del suo tempo: il tipico linguaggio poetico e simbolico dell'amor cortese per esprimere il dialogo d’amore tra Suso e la Divina Sapienza.
Finezza e profondità di sentimento, slancio e commozione poetica fanno di quest'opera il capolavoro del pù amabile dei mistici tedeschi.
Prenota il libro
![]() Lo specchio dell’eterna beatitudine Edizioni Paoline, Milano, 1994 |
![]() I mistici del Nord Edizioni Studium, Roma, 1981 |
![]() La scala della perfezione Gribaudi, Torino, 1989 |
![]() Il libro delle rivelazioni Ancora, Milano, 1997 |
![]() |
![]() |